sabato 24 aprile 2010

La Sindone è dei dilettanti da sempre


In realtà la Curia ha fatto un'operazione culturalmente ineccepibile nel dare l'esclusiva della documentazione fotografica dell'Ostensione a due club fotoamatoriali. Fu infatti Secondo Pia, un dilettante, a scoprire nel 1907 che nel Sacro Lino si nascondeva il volto di un uomo.

Leggete qui:

"In occasione dell'ostensione del 1898, don Natale Noguier de Malijai (...) suggerisce (...) di chiedere a re Umberto I il permesso di fotografare la sindone. All'epoca Pia era presidente di un sodalizio di "cultori dell'arte fotografica", aveva 43 anni e 22 anni di esperienza alle spalle. Noto per la sua integrità e la sua dirittura morale, era anche considerato un fotografo abile ed esperto, specializzato non solo nella fotografia di monumenti, ma anche nella fotografia in interni in condizioni di scarsa illuminazione. Casa Savoia, preoccupata dei risvolti economici che la vendita delle fotografie avrebbe potuto implicare, fu dapprima incerta se concedere l'autorizzazione, ma alla fine cedette anche perché Pia si assunse l'onere economico dell'intera operazione rinunciando, per di più, ad ogni diritto sulle fotografie."

Come si vede, anche la gratuità fa parte fin dall'inizio del rapporto tra fotografi e Sindone ;-)

Chi volesse leggere tutto il testo di cui ho riportato l'estratto, può farlo qui:
http://www.nadir.it/pandora/SECONDO_PIA/default.html

2 commenti:

  1. Ciao Fulvio,
    grazie per questo tuo post(penso sia fondamentale conoscere e studiare la storia della fotografia) perché permette di focalizzare meglio un punto importante della questione.
    Secondo me gli argomenti critici di oggi non sono la gratuità o l'attività dei fotoamatori, ma sostanzialmente la COMPETENZA.
    Dal tuo post si apprende che Secondo Pia "era anche considerato un fotografo abile ed esperto, specializzato non solo nella fotografia di monumenti, ma anche nella fotografia in interni in condizioni di scarsa illuminazione". La scelta di concedere il permesso a fotografare la Sindone era motivato dalla competenza e professionalità.
    Il problema oggi è la grande incompetenza di molti committenti. Quindi se vogliamo far sentire la nostra voce di fotografi professionisti la parola chiave e d'ordine deve essere COMPETENZA.
    Concetto che può anche sembrare rivoluzionario in un paese come il nostro dove l'incompetenza e gli incompetenti regnano sovrani.

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  2. Sì, la questione della competenza esiste certamente, sono d'accordo con te Michele, ma ritengo che assuma risvolti diversi.

    Nel caso specifico, dopo Secondo Pia furono incaricati di fotografare la Sindone solo professionisti esperti che misero in atto ogni accorgimento tecnico possibile per indagarne la struttura. Qui c'è una pagina che riassume bene la cosa:
    http://sindone.dicecca.net/portalesindone/la-sindone-e-la-fotografia.html

    Quindi, la committenza capisce senza problemi che per ottenere fotografie utili alla conoscenza scientifica bisogna affidarsi esclusivamente a fotografi altamente competenti in fototecnica (magari però non per questo motivo solo e necessariamente professionisti...). D'altronde la Soprintendenza alla Belle Arti questo lo fa da sempre.

    Diverso, a mio parere, è il discorso per la documentazione dell'Ostensione e di ogni altro evento pubblico. In questo caso la soglia della competenza tecnica è virtualmente azzerata dal nuovo flusso di lavoro digitale. Nel senso, che con un apprendistato di qualche ora anche svolto in rete come autodidatta, ogni persona di buona volontà è in grado di ottenere fotografie tecnicamente sufficienti da una qualsiasi reflex digitale e quindi può consegnarne i JPG al committente.

    La differenza a questo punto la fa solo il committente. Se è soddisfatto di quanto consegnato la faccenda finisce lì, con buona pace di tutti i professionisti. Se invece, nonostante la gratuità, non ottiene le immagini desiderate, allora si apre necessariamente la porta all'offerta onerosa del professionista. Mi pare però che le esigenze espresse dalla Curia rispetto alle fotografie dell'Ostensione siano desolantemente minimali. La cultura visiva delle gerarchie cattoliche odierne non è, temo, nemmeno lontanissimamente comparabile alla magnificenza intellettuale della Curia romana cinquecentesca. O tempora o mores.... ;-)

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