sabato 10 luglio 2010

FOTOPRO



Dunque...
Ho delle obiezioni sul logo, e ci mancherebbe che non ne avessi ;-)

Innanzitutto, secondo me, perdendo la parola "professionale" la sigla si confonde tranquillamente con le innumerevoli sigle amatoriali esistenti, a maggior ragione con l'abusato "Photo" al posto di "Foto". Problema non da poco, visto che sostenevo la necessità di un BRAND DI ECCELLENZA PROFESSIONALE.
Poi un logo, secondo la vecchia scuola grafica cui appartengo, dovrebbe essere robusto ed elastico, cioè adoperabile in ogni situazione, cromia e grandezza senza perdere di riconoscibilità.
Infine quello 011, mi sembra troppo "schienato" sul centocinquantenario e non ne vedo la necessità.

Bon, detto questo, siccome a criticare sono bravi tutti, ma a fare un po' meno, vi presento una mia proposta.

L'idea l'ho mutuata dai tradizionali marchi di pellicole fotografici. La parola diventa FOTOPRO. Quindi una condensazione della frase: "FOtografi TOrinesi PROfessionisti". Il suffisso PRO è un richiamo storico ai materiali e alle situazioni NON amatoriali.
Per darvi un'idea della robustezza ed elasticità del logo, vi ho messo on line un PDF che ne illustra varie cromie e grandezze:
http://www.bortolozzo.net/temp/fotopro.pdf

Bene, attendo pareri e buona domenica a tutti!

Fulvio

P.S.- Fermo restando, che pensare ai logotipi prima di aver definito i contenuti continua ad essere un carro messo davanti ai buoi, ma va bene così lo stesso. TIREM INNANZ! ;-D

12 commenti:

  1. tra le due proposte preferisco quest'ultima di Fulvio mi sembra più evocativo e meno generico, resta la necessità una volta scelto l'intervento di un grafico professionista.

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  2. hum...il logo è d'impatto...
    però non so...non so...
    ..anche io ho pensato a lungo se mettere "pro" o no...
    il fatto è che alcuni del gruppo non sono professionisti... nel senso che non hanno partita iva..
    ci sono una decina di assistenti che stanno iniziando e anche qualcuno che fa un altro lavoro...e fa anche il fotografo...
    e visto i vari discorsi in merito forse non ha più senso puntare verso l'identificazione del professionismo (i pro sono fighi e gli amatori sono scarsi.. anche perchè non è così).
    o no?
    Il rifarsi alle pellicole nell'era digitale trovo che sia poco "moderno"... un po vintage... ;O)

    .. e poi ero dubbioso anche con il mio 011 (che centra con il centocinquantenario? è il prefisso di torino) ..cmq già non mi convinceva.. perchè mica siam tutti di Torino...

    Forse dovremmo toglierci dalle scatola sto riferimento alla fotografia e alla piemontesità...
    vedi MAGNUM .. che non ha nessun riferimento fotografico e di luogo...
    ..
    bhà... non è facile..
    si facciamo proposte dai... ;O)

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  3. @Michele D'Ottavio
    Concordo con Michele sull'intervento di un grafico, non importa se professionista o meno, ma giovane e di talento perché i miei 53 anni si sentono non solo nell'uso delle pellicole piane 4x5 ma anche in ciò che mi capita di disegnare... :-)

    @Paolo Ranzani
    Come ti rispondevo in e-mail, se perdiamo il PRO nulla ci distingue più dal marasma. Ora, visto che si parlava di un BRAND DI ECCELLENZA, bisogna che si capisca. Sì, PRO fa figo, d'altronde anche MAGNUM fa figo, anche Kodak o Mac, Rolex, Lacoste ecc. I brand fanno figo.
    Starà poi a noi essere solo un gruppo di auto-fighetti indistinguibili da un qualunque capaca dilettante o dare sostanza alla fighezza con la qualità eccellente di ciò che facciamo. A dirlo non saremo noi, ma quelli che vedendo il BRAND diranno: "Azz!! è uno di quelli del FOTOPRO, dei veri draghi..." :-D

    Saludos!

    Fulvio

    P.S.- A proposito di "vintage", il prefisso 011 mi era così lontano dalla mente perché ora che me l'hai ricordato mi riporta alla vecchia Italia della SIP, della Tv di Bernabei e dei mondiali di Spagna :-D

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  4. riflettendoci continuo a pensare che bisognerebbe spogliarsi dall'etimologia fotografica e proffessionisti...

    kodak mac apple magnum infatti non portano con se direttamente quello che producono o fanno.... è il nome che deve essere d'impatto e evocativo ma non per forza veso la "fotografia"...

    non sono d'accordo che il perdere il PRO voglia dire perdere il distinguo dal marasma... sarebbe tristissimo,... cioè ...si ha un valore solo perchè si è PRO o perchè si comunica in modo diverso e più significativo?
    e poi ripeto... cosa vuol dire essere pro?
    in teoria e forse in pratica significa che chi è pro campa unicamente di questo mestiere... giusto?
    Bhè, in un gruppo del genere io sinceramente sono più propenso a far entrare un perfetto sconosciuto che magari campa come barbiere ma mi fa delle foto alla SALGADO... tanto per dire...
    In questi mesi abbiamo parlato molto dell'essere professionisti e io stesso ho difeso l'importanza della parola ma siccome mi piace crescere e mutare le mie convinzioni posso dire che ora che molte cose mi sono più chiare, rinuncio senza problemi alla parola PROFESSIONISTA... perchè tanto non mi fa guadagnare di più e negli anni nessuno mi ha chiesto se ero iscritto alla camera di commercio prima di darmi un lavoro, ma hanno sempre guardato il mio portfolio... questo è quello che conta...

    arv'zze... ;O)

    ps. guarda che il prefisso 011 è ancora attualissimo e si usa ancora neh?

    ciauz =0)

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  5. Ok, ora oltre a Lete1 (Paolo), Lete2 (Fulvio) e Lete3 (Michele) vediamo se ci sono anche altre particelle di sodio che riescono ad esprimersi...

    011 è stato risucchiato dagli altri numeri...
    Adesso mi ricorda una ipotetica linea d'abbigliamento per ragazzi. :-D

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  6. Scusate tanto...sicuramente, non essendo venuta alle ultrime riunioni, mi son persa dei pezzi evidentemente fondamentali. Ho letto, però, tutti i commenti ma non si capisce che razza di gruppo si vuole costituire...
    Il primo punto del riassunto della serata del 6 luglio è:
    - Siamo professionisti.

    Poi Ranzani scrive che c'è chi fa un'altro mestiere e poi anche il fotografo.........

    E Bortolozzo del suo logo dice: il suffisso PRO è un richiamo storico ai materiali e alle situazioni NON amatoriali...

    Professionista (dal vocabolario della lingua italiana) è chi esercita una professione. E sotto Professione si trova: mestiere, lavoro, attività svolta stabilmente allo scopo di trarne di che vivere.

    DI CHE VIVERE appunto! Se si fa già un altro lavoro e di fotografia ci si diletta, si trae da vivere già da un altro lavoro, non si ha una partita IVA e quindi NON si è un professionista.
    E quando dico "si diletta" intendo occuparsi di tutta la parte più divertente del mestiere di fotografo, cioè scattare foto, potendo tralasciare tutta la parte burocratica, i parametri, le leggi (un tempo i permessi ed i loro rinnovi..) il commercialista, le scadenze...insomma le rogne che per forza di cose competono invece al fotografo professionista...
    Ben vengano i giovani, gli assistenti e chiunque voglia fare sul serio questo mestiere, ma possibilmente un mestiere per volta! Perchè mai come oggi sul mercato c'è una confusione totale! Chiunque si svegli al mattino e decida di fare il fotografo, si stampa due biglietti da visita, fa un blog o magari anche un bel sito, et voilà un fotografo professionista nuovo di pacca!
    Poi, comunque, la bravura è un'altro discorso.
    Oltre a esser bravi bisogna avere le palle per fare le cose come dovrebbero esser fatte. Decido, cambio lavoro, divento fotografo. Solo fotografo.
    Ciò che è successo a Sarah in "così è se vi pare" è cominciato molti anni fa quando un numero sempre più crescente di amatori pur di veder pubblicata una loro foto su una qualsiasi rivista hanno cominciato a regalare foto a destra e a manca, poi a fare matrimoni alla metà della metà e così via, fin quando non solo i privati ma anche le agenzie hanno cominciato a chiedere le foto gratis......Ma non dovevamo trarne di che vivere???
    Questo lo scrivo per capire se alla riunione col signor C ci si vuole proporre come un gruppo di professionisti o di ...boh?...draghi?
    Magari come draghi funziona anche meglio...chi può dirlo ormai...in effetti è tutto così veloce che magari presto cambierò idea anch'io sull'esser professionisti...
    O alla riunione vi siete detti che nel Brand di Fotografi si punta alla qualità e per il resto vale tutto?
    Vorrei capire....

    Per quanto riguarda il logo più che FOTOPRO preferirei PRO.FO.TO dove "pro" sta anche per "a favore dei fotografi professionisti" per salvare la categoria, presente e futura.

    Grazie
    Maria Vernetti

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  7. Sono fondamentalmente d'accordo con Maria. Con un distinguo, però. In Italia chi fa questa professione, ormai (e alzi la mano chi è nella mia situazione - ne avevamo anche già parlato) - non viene distinto solo dall'uso o non uso della partita Iva. Io per esempio l'avevo e ho dovuto chiuderla. Perché alla fine pagavo anche se non guadagnavo, perché in quanto faccio fotogiornalismo e ho sempre lavorato con giornali e riviste, ormai il lavoro praticamente è sparito, proprio a causa di coloro che si vendono per 2-3 euro o grazie al fatto che ormai i giornalisti si sentono anche tanto fotografi perché hanno in mano una compattina digitale...! (alle conferenze stampa, che erano parte del mio pane, ormai è sempre così). Così mi faccio pagare con ritenuta d'acconto. Il cliente lo sa, storce il naso, ma poi, considerata la situazione generale, acconsente. Secondo me chi lo fa di professione, lo fa di professione. Cioè la gran parte del suo tempo lavorativo è con una macchina fotografica. Ma sono tempi duri e io mi ritrovo anche a fare la babysitter e la donna delle pulizie: sarebbe non essere fotografa di professione, questo? che è, devo andare a vivere sotto un ponte con la macchina fotografica per cuscino? Chi ha un curriculum (sì, proprio quello che si usa quando si va ai colloqui di lavoro nel mondo normale...!) in cui prevale la figura di fotografo lo fa (o cerca di farlo) per mestiere. Il pensionato che si diletta di fotografia, o l'impiegato di banca bravissimo ma libero solo il sabato e la domenica, non vive (o cerca di farlo) di sola fotografia (o soprattutto di fotografia). Mi sembra abbastanza banale. Chi ha dei problemi è chi ne vuole fare un mestiere. Gli altri accettano anche cose pagate niente o gratuite, perché tanto hanno già un'altra entrata fissa. Questa credo sia la banale differenza. Quando questo gruppo sarà costituito più formalmente, con un regolamento magari, si farà domanda per accedere (come da Magnum) e un gruppo di "esperti" da tutti eletto deciderà se si hanno i requisiti o meno.
    Ricordatevi anche che io posso fare l'impiegato di banca, fare il fotografo la domenica mattina e anche avere la partita Iva.
    (chiedo scusa agli eventuali impiegati di banca per averli trascinati nell'esempio).
    Sara

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  8. Grazie del tuo intervento Maria.
    Ti rispondo per la mia parte.

    Intendo come te la definizione della parola professionista e quando scrivo "NON AMATORIALI" distinguo proprio il mondo in due categorie: professionisti (quelli che si guadagnano da vivere fotografando) e gli altri (quelli che fotografano senza dover guadagnarci sopra perché hanno già altri redditi).

    Il discorso del "brand" e dell'eccellenza l'ho ribadito io nell'ultima riunione perché un gruppo unito solo dal campare di fotografie è un sindacato ed esiste, per esempio, già la CNA per questa funzione. A mio parere, il gruppo o si connota per la qualità del lavoro professionale che svolge o è destinato a perdersi un questioni puramente burocratiche.

    L'idea di fondo da cui sono partito è che già svolgendo i nostri lavori, se stiamo lavorando con cura e qualità, l'essere identificati da un marchio comune produce un riverbero che moltiplica l'effetto per un valore superiore alla somma degli individui. I famosi "draghi" (sì, ho mutuato un gergo un po' da barriera, ma era per capirsi...) si distinguerebbero dalle altre realtà associative foografiche perché garantiscono appunto una "professionalità" intesa non solo come "mestiere" (ci campo), ma anche come "qualità operativa" che significa: puntualità, correttezza, deontologia, rapidità, affidabilità, ecc. Tutte cose che l'improvvisato amatore o l'associazione dilettantistica faticano a mantenere.
    Diverso è il discorso sulla "qualità artistica". Quella, secondo me, è insindacabile. Ognuno ha la sua e ritiene sia la migliore che può mettere in campo. Creare una commissione che valuti chi è bravo e chi no sotto questo profilo mi pare molto pericoloso.

    A mio parere, alla riunione fatidica, dovrebbero presentarsi dei PROFESSIONISTI TORINESI (non importa se di nascita, residenza o acquisiti...) preoccupati per la deriva del loro mestiere e desiderosi che almeno a livello di enti pubblici venga interrotto il malvezzo di sostituirne il lavoro remunerato con la scusa del risparmio. A fronte di ciò i suddetti professionisti garantirebbero un servizio qualificato, e magari di comune accordo calmierato, sulla base di una convenzione che preveda il comunicare in primis ad essi ogni iniziativa in cui c'entri il fotografare per consentire di esprimere preventivi e progetti, oltre a poter proporre progetti di propria iniziativa per cercarne la copertura economica da parte degli enti. Insomma una specie di accordo quadro per creare sinergia ed evitare la guerra tra poveri che attualmente distrugge il mestiere. Tra i progetti possono esserci anche iniziative culturali rivolte alla didattica e alla socialità ovviamente.

    Per il logo, avevo anch'io considerato PROFOTO per motivi analoghi ai tuoi, ma l'ho escluso perché è il nome di un'ottima ditta che produce flash elettronici e la parola è più diffusa su Google di FOTOPRO (789.000 contro 268.000).

    Grazie ancora Maria e alla prossima!

    Fulvio

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  9. Un'ultima cosa.
    Capisco la creatività, ma cambiare ogni giorno testata e grafica del blog mi pare disorientante per chi ci segue dal'esterno.

    Quindi, proporrei di rinunciare al divertimento e di mantenere il tradizionale "Fotografi Professionisti Torinesi" degli esordi con una grafica fissa fino a definizione collettivamente avvenuta del da farsi.

    Grazie in anticipo per quanto si potrà/vorrà fare e buon lavoro a tutti. :-)

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  10. dibattiamo sul logo e nome senza esitazioni
    ma cambiando ogni giorno la testata del blog
    si perde anche quel poco di identità finora costruita

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  11. Ok,... non la cambio più... a me sembrava cmq di renderla meno stantia,..
    onestamente faccio fatica a comprendere come si possa perdere una identità che ancora non c'è... ;O)
    Trovavo stimolante la cosa.. anche perchè l'indirizzo è sempre lo stesso e anche tutto il resto....
    ma va bene così.. ho fatto l'ultimo cambio e ora basta... ;O)

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  12. ho seguito la discussione e una volta di più mi son reso conto che è proprio difficile riuscire a mettersi daccordo. ben venga ovviamente il confronto, ma prima o poi ci sarà bisogno di mettere ai voti alcune questioni che col tempo verranno fuori.
    detto questo io approvo il nome FOTOPRO è semplice, diretto, facile da ricordare e dà subito l'idea di ciò che dovremmo essere (soprattutto nell'idea di Foto Torino Professional). il nominativo Fotografi Professionisti Torinesi l' ho sempre trovato piuttosto pachidermico (e probabilmente per ora ci assomiglia proprio) ma presto avremmo bisogno di essere più "light".
    E' vero che cambiare grafica al blog è disorientante, ma finchè non troviamo quella che ci piace e identifica io sono per i tentativi.

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