lunedì 12 luglio 2010

Rispondo al dittico di Ivano Piva


con il mio...

coraggio, mettetevi sotto :))

67 commenti:

  1. ciao silvia, che ne dici di tirare giù qualche riga per spiegare? :D messo così si presta a tutte le interpetazioni del mondo...

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  2. non avevamo forse deciso di creare dei dittici ispiarati a parole e la prima non era ''sesso''?

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  3. ah si si ma questo non lo metto in dubbio!

    volevo solo chiederti se era possibile avere qualche informazione in più sulla foto, sulla sua realizzazione, sul suo significato.

    Potrebbe essere un'idea carina per mettere "l'altro" a parte di quel che hai pensato. Una cosa un po' didattica insomma...perchè 32 e 33? perchè sex col punto interrogativo? perchè i piedi fuori dall'acqua in una foto e nell'altra dentro? la tipa è una donna? è di spalle vero? come mai? eccetera...

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  4. si può amare senza parlare
    si può fotografare senza parole

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  5. Va bene ci sarebbe anche da discutere su questo...Mi raccontava Ravani ad esempio di un artista (non ricordo il nome, sorry) che era ossessionato dalla comunicazione e dal suo legame con la fotografia ed alla fine della sua ricerca - durata decadi - , quando era diventato ormai molto anziano, era impazzito perchè non riusciva a trovare il legame ed aveva finito per scrivere fisicamente sulle sue foto! Una sorta di fallimento per lui che era così convinto di poter comunicare con la fotografia, convinto che la fotografia potesse essere comunicazione tout court.

    Va beh, comunque queste sono disquisizioni filosofiche che forse non c'entrano tanto...quello che realmente mi interessava era capire il perchè di quella fotografia, visto che siamo qua per discuterne.

    ma forse si può amare anche senza un perchè? :D vi prego non rispondetemi cosi :D

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  6. Chissà, magari il "perché" del dittico era appunto che ci si faccia delle domande.. Il dramma è quando la foto finisce per non rispondere a quelle domande, e magari nemmeno dandoti degli input per pensare..


    -primo post sul blog, non potevo non esordire con una vaccata superflua-

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  7. Un dittico sulla parola senza parole è già una cosa che mi manda in pappa il cervello. Ho imparato dai miei maestri che la fotografia è comunicazione ... ma sono anche d'accordo che una immagine "potente" possa comunicare senza "suggerire" ...ma se l'artista (ammesso che qui ci siano artisti) comunica solo con se stesso o il suo linguaggio non è compreso dal pubblico ci sono solo tre risposte: ...o non ha niente da dire o lo dice in modo incomprensibile oppure è puro onanismo fotografico ...e qui rendo omaggio invece alla stupenda interpretazione "ironico-sottile-potente" che ivano ha saputo dare al tema "Sesso". Credo che l'onesta umiltà di Jacopo nel volerne sapere di più avrebbe potuto meritare un'altra altrettanto umile spiegazione anche perché sono convinto che il 90% dei blogger qui presenti si sia posto la stessa domanda.

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  8. beh, io penso che se vogliamo fare questo lavoro per scattare per scattare, va bene. sennò possiamo non farlo e continuare a parlare.

    per me questo lavoro era una questione di emozioni, a me ne trasmette una foto come quella di ivano come spero che la mia la trasmetta a qualcun altro.

    niente di più, niente di meno.
    spiegare il formato, i numeri, il punto interrogativo, di chi sono quelle gambe e quanto ho tenuto a quelle gambe io nella mia vita, romperebbe tutta la magia.

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  9. si può amare senza perché,
    un sacco di persone nella loro carriera hanno rivendicato il diritto di creare senza dover spiegare e senza che ci sia un significato preciso.

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  10. Che romantica finzione.. : )
    ma non puoi amare senza un perché, anzi, ami proprio in virtù della moltitudine di perché con cui ti trovi.
    anche l'amore incondizionato ha i suoi perchè...

    E poi, per tornar subdolamente sul tema.. "e non c'è sesso senza amore!"


    ; )

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  11. Cara Tausilviasimonettilapirateraccontatricedistorie, ... continuare a parlare di fotografia (con annessi e connessi) mi pare una delle cose più belle, soprattutto quando arriva da un giovane che incuriosito chiede con rispetto di capire di più il gesto fotografico di una coetanea.
    La foto di Ivano trasmette... qualcuno la prenderà con ironia, qualcuno la prenderà come volgare, qualcuno noterà la finezza tecnica, qualcuno ammirerà il punctum Barthesiano, qualcuno ci sorriderà sopra. Tu speri che la tua trasmetta qualcosa, così dici, quindi sei cosciente che una immagine deve-dovrebbe saper parlare-raccontare e visto che il "gioco-sfida" è un contest creativo su un blog, tu, pubblicandola, ti metti in contatto con altre persone... lo sai vero?
    .. e quindi trovo curioso pubblicare una TUA emozione, come tu la definisci, e fregartene di dare un significato o di raccontare la storia (sei tu che ti autodefinisci storyteller)... mi spiego?

    Romperebbe la TUA magia...dici, quella che tu sai che porta dentro quello scatto, ma a noi, ignari di quello che rappresenta per te quello scatto non possiamo godere di quella emozione che tu vorresti raccontarci in quanto usi un linguaggio che conosci solo tu e che non vuoi spiegare.
    E messa così com'è "SENZA PAROLE" non la si può ritenere inerente al titolo.
    Allora che senso ha tutto cio'?

    Mi piacerebbe poi sapere a chi ti riferisci quando citi... tutto questo "sacco di persone" che hanno fatto carriera creando qualcosa in un alfabeto privato e sconosciuto ai più, senza spiegarlo e senza che quel che hanno creato abbia un significato preciso.
    A me non viene in mente nessuno e spero tu possa invece acculturarmi in proposito.
    Se questo tuo didditico fosse stato appeso al tuo frigorifero avresti ragione su tutto, ma nel momento in cui ti butti nell'arena di un blog di fotografi, che non sono gli amici di facebook che qualsiasi cosa tu faccia alla "famolo strano" ti coprono di complimenti, devi aspettarti un corrispettivo al tuo gesto.... e accogliere le domande curiose come un dono che ti viene fatto ...e quello che ti viene chiesto come un approviggionamento di cultura per il tuo futuro.
    Rileggi bene i post al tuo diddico, non c'era critica o ironia, ma solo il piacere di conoscere il tuo linguaggio per poter godere delle storie che hai da raccontare. Ma tu ci metti davanti la copertina di un libro e non vuoi darci il dizionario per comprenderlo. Non mi sembra un modo per raccontare storie e mi dispiace molto perchè così facendo il mondo è più povero.

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  12. no no non è che me ne frego del significato che gli altri danno, è che penso che dando il mio tolgo la possibilità agli altri di dare il loro senza essere influenzati.

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  13. sì? no? boh è che mi sembra ininfluente scrivere la tecnica che ho usato o di chi siano le gambe eccetra. come chiedere di chi era la sega di ivanhoe.
    insomma, non lo trovo importante.
    se non trasmette una storia a se e se nessuno riesce a dare un significato senza che io dica qualcosa, nemmeno uno piccolo, nemmeno uno proprio, allora ho sbagliato intento, ecco tutto.

    volevo trasmettesse qualcosa senza dire nient'altro.
    questa volta volevo davvero solo fotografare e se ho scritto qualcosa sopra l'ho fatto di getto oppure per organizzare gli scatti (mi sembra chiaro che #32 e #33 stia a significare il numero della foto).

    che v'agg'a di? - per dirlo alla lucana.
    provino pellicola.
    spiaggia vicino a lignano sabbiedoro.
    gambe di persona importante.
    amore che vieni, amore che vai.
    tanta delicatezza e forse quel vago sentore che il vero ''sesso'' sia il mood con cui ci si sveglia il mattino del giorno dopo.

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  14. Ecco... perfetto!
    Nessun incantesimo si è rotto... anzi... Ora alcune cose sono chiare e apprezzabili... "amore (acqua) che vieni e amore che vai..." intrigante...

    Vedi.. anche la numerazione delle foto, che per te era ovvia... eppure non conoscendo il tuo linguaggio per me non era certa, potevano essere i giorno vissuti con lei, una sorta di diario di viaggio, di appunti, chi lo sa...
    il tuo dittico aveva tanti elementi ermetici e quindi era una emozione chiusa in cantina inaccessibile ai più...
    Ora mantiene cmq un suo segreto ma ci hai dato la chiave di volta per reggere o immaginare il suo significato.
    ...
    Amore che vieni e amore che vai...
    .. il sentore del giorno dopo...
    ...
    Bellissima illuminazione!

    Grazie. ;O)

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  15. http://www.youtube.com/watch?v=w7u_j9vRwm8

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  16. olè... come prima canzone del giorno... grazie!
    cazzarola... però ci si poteva pure arrivare da soli! Bello...

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  17. bhè... ma non deve essere un rebus da risolvere... o almeno non dovrebbe in un contesto così easy come il nostro blog... ;O) ciauz

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  18. ma paolo... de andré... mi stupisci!!! : P

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  19. Prima di tutto, Silvia mi dispiace se l'hai presa sul personale. Noto un tono un po' duro dietro a quello che scrivi - ma magari è solo una mia impressione - volevo solamente farti una domanda perché la risposta mi interessava/incuriosiva. Niente di personale…ok?

    Stabilito questo, ora passerò al mega pippozzo, quindi se siete annoiati o non avete voglia di sorbirvi i miei vaneggiamenti, passate oltre e liquidate il tutto con un bel "oh yeah".

    Allora, prima di tutto ti racconto qualcosa di me (come direbbe Coppola): sono un po' pedante sulle questioni di comunicazione ("comunicare un'emozione", "trasmettere qualcosa", ecc, parole simili a quelle che hai usato) perché purtroppo per te/voi vengo da Lingue, e li ci hanno fatto una testa tanta sul segno, sul linguaggio, sulla comunicazione che ora per contrappasso io devo fare una testa tanta a tutti. Evviva! Le colpe dei padri si ripercuotono in eterno sui figli :D.

    Il linguaggio - secondo alcuni studiosi eh, mica secondo me che ci capisco poco - è fatto da tre cose: l'emittente (tu), il referente (io) e il messaggio (la tua foto).

    Io non metto in dubbio che queste foto comunichino un'emozione a te che le hai fatte. E sono anche contento che secondo Fabrizio "ci si poteva anche arrivare da soli"…il problema è che io non ci sono arrivato da solo. Forse sono un po' stordito, forse non mi sono applicato (la pigrizia, un mio grande difetto :S ), chi lo sa!: ad ogni modo, per me quella foto è enigmatica. Chissa come mai ha scritto 32 e 33? L'avra fatto di proposito? Sarà la 32esima foto scattata? Che cosa ha a che fare il sesso con un bagnasciuga? eccetera (non ti sto a bombardare di tutte le domande che mi sono fatto, penso possano bastare perche poi vi annoio).

    Ritornando all'emittente (tu)…tu hai deciso di produrre un dittico a tema "sesso", quindi è possibile che tu sia "uscita apposta" per fare questo dittico, il che sarebbe una cosa fichissima suppongo…o magari npn sei uscita apposta, sono foto di repertorio ma mentre le hai scattate hai pensato "Hey queste foto che sto facendo sono proprio 'sesso'", insomma, in ogni caso (anche se - worst case scenario come si dice - le avessi pescate a caso l'altro ieri!) c'è una tua volontarietà nel venire qua a mostrare queste foto come inerenti al sesso…dunque essendoci volontarietà di messaggio attraverso un segno c'è una "potenzialità" che ci sia anche linguaggio…perché ci sia anche linguaggio manca la terza cosa ovvero io, il referente, il ricevente, chiamiamolo come vogliamo, io, quello che apre il blog e vede "hey c'è una nuova foto".

    (...continua...)

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  20. (...prosegue da sopra...)

    Ecco, io (ma potrebbe essere chiunque altro)…A me hai pensato? Quando hai fatto quella foto, o quando l'hai pescata e messa sul blog per rappresentare il sesso, a me hai pensato? Hai pensato a chi riceveva l'informazione, il segno, il messaggio convogliato (qualsiasi esso fosse)? Hai pensato "chissa se quel tonto d i Jacopo/Mr x capira? chissa se posso facilitargli il compito? che cosa voglio comunicargli? posso fare qualcosa in modo da andare verso di lui e fargli capire che quello che voglio dire è questa cosa e non un'altra"?

    Purtroppo io vedo quel dittico e non capisco…è come se io fossi inglese e tu russa. Tu mi parli in russo e io dico "ma che dice questa qua?". Provo ad accennarti qualche timido segno del capo per farti capire che non sto capendo, e tu mi riparli in russo. E io continuo a non capire…nopn penso si tratti di rovinare la magia.

    Si tratta solamente di spiegare il perche delle cose. Se poi uno non vuole perche preferisce evitare e continuare a parlare in russo a un inglese, allora va bene, la lingua russa sono convinto che sia una lingua "emozionante" e fichissima, pero il problema è che…io parlo inglese :D magari cerco di capire qualche parola di russo, posso provare a gesti magari io e te ci si capisce di piu, ma se tu vieni da me convinta del tuo russo e per te esiste solo quello allora non c'è dialogo perche il film, la storia, il messaggio, tutto quanto insomma rimane un po' monco ;)

    Jac

    p.s.: dopo questo commento vi ho addormentati tutti eh?? :D

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  21. Ciao Jacopo, ma se Silvia ti parla di emozioni e tu rispondi codice mi sa che non vi capirete mai...

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  22. Questo è un punto di vista interessante.

    Ripartiamo da capo.

    Silvia deve mettere una foto sul tema "sesso", Silvia sceglie due foto che _per lei_ rappresentano il sesso e le mette sul blog.
    Dove sta "l'altro" in tutto ciò?
    C'è una storia da raccontare? Un'emozione da raccontare se preferite? La storia/emozione a chi vuole raccontarla Silvia?

    Altra domanda: l'emozione deve essere di Silvia per Silvia (Silvia si emoziona a mettere le foto, si emoziona a scattarle, ecc -> autoreferenzialità) o di Silvia per qualcun altro (racconto)?

    Poi se volete ci possiamo anche mettere a discutere su una cosa che sarebbe molto più grave e fondante e fondamentale per la fotografia, cioè da dove deriva l'emozione, ma direi che un certo Roland Barthes ha saputo parlarne meglio di me :D

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  23. Jacopo, ma quanti gradi ci sono da te?
    :))
    Michele

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  24. non capisco...

    Silvia pubblica una foto che dovrebbe trasmettere,come dice Fabrizio,emozioni. Jacopo chiede all'autrice il significato di quell'immagine e la relazione con il tema (sesso) in modo gentile interessato e incuriosito.

    Mi sembra tutto molto lineare e naturale. Perchè c'è chi si scalda e si difende, chi afferma che i codici non combaciano con le emozioni,ecc.. ma cosa c'entra?

    Se il tutto doveva rimanere solo nel cuore, nella mente e nell'anima di Tau silvia...perchè pubblicarlo su un blog di fotografi?!?

    bah...siete strani voi umani!

    ;)

    ciauz

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  25. Io cmq trovo questo dialogo molto molto interessante... proprio perchè è un dialogo.. e se c'è comunicazione c'è tutta da imparare, sia dal mondo ermetico (ora un po' meno) di Silvia, sia dal mondo pragmatico di jacopo.
    Io ho imparato molto in queste righe.
    Spero che silvia commenti ancora e la discussione vada avanti con questi toni molto pacati e molto istruttivi per tutti. capirsi è fantastico.
    ...
    @druetta: che centro io con de andrè... l'ha postato silvia
    @esposito: silvia ha parlato di emozioni dopo che è stata punzecchiata e così le cose si sono schiarite, il pippone di jac è relativo al "prima" e cioè a quando il dittico era "senza parole" come da definizione dell'autore.
    Ora che c'è comunicazione anche i sentimenti possono essere decodificati e compresi nella loro magia inviolabile.

    Proseguite vi prego... questo è il blog che vorrei ... ;O)

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  26. @ michele: è il computer che produce calore e oltre a darmi quella finta abbronzatura da led (essendo rosso di capelli mi scotto subito!) mi manda anche in acido il cervello :D :D :D

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  27. battuta a parte,
    in cui mi chiedevo come fai con questo caldo ad avere l'energia per i tuoi interventi,
    penso e trovo le considerazioni su questo post molto interessanti e piacevoli da leggere.
    Spero che il dialogo e dibattito prosegua.

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  28. Saretta per stimolo.
    L'arte dovrebbe far quello no? E credo che si distanzi dalla "comunicazione"!
    L'arte si pone davanti a te! credo che l'artista porti agli altri se stesso attraverso la sua opera. Forse la summa (ma questo per me) è quando questo qualcosa riesce ad avere un significato universale (universale è troppo?). Ricordo un Signore che una sera parlava del "posto delle fragole"...
    Io un po difendo l'idea e la possibilità di interpretare le cose ho davanti... senza essere per forza guidato dall'audio guida... E' forse questo che accresce sempre di più la mia ignoranza? Amo i film con il finale incompresibile... continuo a guardare mulholland drive e a pensare... ma che cacchio vuol dire tutto questo, però che bello!

    Paolo io credo che Silvia con il suo dittico volesse toccare delle corde diverse da quelle di Ivano... o almeno a me è arrivata così!
    Poi che a me abbia "emozionato" o no credo sia diverso!

    Io lavoro nella e per la comunicazione, quando faccio un ritratto lo ambiento nel mondo della persona che sto ritraendo e non voglio che ci siano dubbi, chiedo al soggetto di guardare in camera (anche se le teste sono tagliate) perchè sia lui a raccontarsi attraverso di me...

    Questo è il mio modo...

    mannaggia a voi che mi fate far tardi!

    Buona serata!

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  29. Fabrizio però se andiamo a vedere l'arte, allora è innegabile che tutti gli artisti abbiano usato un codice comunicativo quando hanno deciso di dipingere/scolpire/eccetera. E non parlo solo dello sconosciuto intagliatore piemontese di cori in legno (avete visto che robe che ci sono a Palazzo Madama? Fantastiche!), possiamo andare a spulciare qualsiasi e dico qualsiasi artista dai piccoli ai grandi per andare a vedere come, al di la dell'emozione, dell'ispirazione, della catarsi, dell'ammmmmore di tutto quello che volete, questo stesso artista si è seduto e ha detto: ok, voglio fare qualcosa per qualcuno per questa ragione, e lo faccio con i mezzi che possiedo (che la mia epoca mi da). Giotto quando affresca Padova, il Pollaiolo quando si chiede in che dannatissimo ordine mettere i maledetti arcieri che sforacchiano San Sebastiano, e via via fino a Andy Warhol che decide che si è rotto le palle di tutto questo prendersi troppo sul serio :D

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  30. ma perfino se andiamo piu indietro eh! anche alle tribu maori!

    era questo il senso del mio intervento poi, alla fin fine...se ttutti tutti tutti hanno deciso di fare qualcosa X per qualcuno Y per la ragione Z con i mezzi W, allora anche silvia, nel suo piccolo e con le debite proporzioni, deve aver fatto questo ragionamento. E io volevo sapere questo, cosa c'era alla base di quelle foto...senza voler scatenare mega polemiche o sembrare arrogante, sia chiaro! Anzi Silvia la conosco e abbiamo anche discusso una volta su facebook e lei ha speso anche parole gentili nei miei confronti se non ricordo male quindi spero non abbia ritirato tutto ahaha :D

    Per Michele, è tutta una questione psichica, faccio meditazione rock and roll yoga e mi aiuta a non sentire il caldo :D :D

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  31. Humm...

    il discorso fila... onde diversi e sguardi diversi sono stimolanti.. dibattito e controdibattito pure...

    solo una cosa... non so perchè ma in qualche modo è stata tirata fuori l'Arte... ecco... secondo il mio modesto parere forse sarebbe meglio che la tenessimo al suo posto per le grandi occasioni.
    ;O)
    Cioè.. non me ne voglia silvia,... mi rendo conto che certe scuole tendino a formare l'illusione del gesto artistico anzichè fomentare la creatività professionale.. che sarebbe molto più onesto....
    Ma lasciatemelo dire qua l'arte non centra na mazza...!
    E' vero che è difficile disquisire su questa parola troppo usata e poco compresa ed è vero che c'è chi dice che anche un bambino è un artista...
    però per come gira il mondo e soprattutto il mondo dell'arte direi che un artista esiste nel momento in cui dopo un percorso ben preciso e attendibile un critico o un gallerista da un valore alle sue opere e queste vengono esposte e vendute e ricercate etc etc etc..
    può sembrare brutto ma anche il mercato dell'arte ha delle regole...
    perchè se così non fosse allora siam tutti artisti e viva la fiera del "famolo strano" di verdoniana memoria.
    Credo che tau sia una persona molto sensibile e molto calata nel personaggio e che le sue "opere" siano dense di creatività, credo che in effetti stia seguendo un suo percorso artistico e le auguro tutta la fortuna possibile... però... stiamo attenti a non creare falsi miti o a paragonare cose imparagonabili.
    Gli artisti spesso poi sono prigionieri di loro stessi e anche quando hanno cercato di "rompere" in realtà hanno alzato ancora di più il loro potere...il più famoso forse è Piero Manzoni che volle andare contro il "prendersi sul serio" e forse smitizzare l'arte ...finì travolto dalla sua provocazione e dopo il primo sbigottimento dei critici fu un successo clamoroso e una sua merda d'artista fu battuta per 124mila euro per 30grammi.
    L'arte quindi è una cosa maledettamente complicata e mi sembra più interessante non tirarla troppo fuori in questi casi. ;O)
    Tanto per capirci e per non cadere in trappole.... vi posso dire che pur avendo fatto mostre e pubblicato libri se mi chiamano "artista" io mi irrito.. e chi ha lavorato con me può testimoniarlo... buon fotografo e creativo mi piacciono ma artista proprio no, e non è un vezzo o troppa umiltà, ma è perche se chiamiamo artista chiunque realizzi un qualcosa di originale e/o creativo e/o estetico e/o emozionale, ...allora non ho più parole per chiamare MAN RAY o DAVID HOCKNEY etc... i fotografi Artisti sono davvero pochi... io la penso così.
    Amen ;P

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  32. Ehilà!
    Lascio un blog di professionisti e ne trovo uno dove si parla d'arte come nel blog della FIAF ;-D
    Mi scuso per l'assenza delle ultime decine di ore, ma ho avuto cose urgenti da risolvere. Visto poi che non mi sono mai ritenuto indispensabile, se non a me stesso, vedo con piacere conferma di come tutto proceda per il meglio :-)

    Premesso questo, i miei due centesimi sull'arte, con la "a" minuscola, all'anglosassone. Qui da noi si tende ad attribuire all'arte e all'artista un titolo di merito. All'estero è solo una delle funzioni economiche e sociali. Si è artisti come si è idraulici o fotografi professionisti... :-D

    In questo senso, mentre il dittico di Piva era il prodotto di un professionista della comunicazione visiva quello di Silvia è il prodotto di un'artista. La differenza è tutta lì. All'attività artistica contemporanea mal si attagliano le semiologie. Ci hanno sbattuto il naso in parecchi e si sono dovuti ritirare in buon ordine.
    L'assunto fondamentale è che l'arte contemporanea non comunica, ma reifica. Cioè rende esistenti come oggetti, o fatti, nuovi ciò che passa per la testa dell'artista. Sembra un arbitrio capriccioso e infantile, invece è l'unico modo per non ripetere sempre le stesse menate, con la scusa che anche Monsù Pautasso deve capirle.

    Chiaro che c'è arte buon, buonissima, capolavori e porcherie, come dappertutto d'altronde. Il dittico si Silvai mi sembra buono. Giovanile, ma buono. Lei è in gamba e farà senz'altro ancora di più, fino a stupirci con lavori eccellenti.

    Bon, vado a dormire.

    Ciao a tutti e alla prossima.

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  33. Fulvio, io posso anche essere d'accordissimo con te sulla reificazione, sui significati dell'arte. Tu mi dici: il dittico di Ivano è prodotto di professionista della comunicazione, quello di Silvia di artista.

    va bene! vogliamo accettare la cosa come scontata (anche se non lo è) per semplificare? va benissimo. Parliamo di reificazione allora: che cosa reifica il dittico di Silvia? Questa era la mia domanda! E' quello che mi interessava infatti (se andate a rileggere i post iniziali).

    Io non sto discutendo se Silvia sia un'artista o no, se sia una buona artista o un'ottima o una mediocre, se abbia o no un buon futuro davanti (alielo auguro ovviamente!); non sto discutendo della validità tecnica delle sue foto, non sto discutendo di quanto la fotografia sia arte e quanto non lo sia, ecc ecc ecc : queste sono cose che mi interessano poco in questo momento. Quello che mi interessava capire è: questo atto d'arte (sigh), di reificazione di un processo mentale (come dici tu), che cos'è? Cosa c'è dietro quella foto? Se è stata o non è stata una reificazione di "ciò che le è passato per la testa" io non lo discuto: non probabilmente nemmeno il diritto di farlo! Quel che volevo sapere era "ciò che le è passato per la testa" ;)

    p.s.: nemmeno a me comunque piace associare la fotografia all'arte, se sto parlando di arte è solo perchè è stata tirata fuori e adesso come adesso il linguaggio è questo qua. ;)

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  34. ma ecco, vedi?
    si parla un sacco.

    non dico che non bisogna parlare (anzi!)
    solo che sarebbe stato bello, per una volta, parlare solo con le immagini.

    non è che l'ho presa sul personale!!
    solo che, capite, quando si inizia dicendo ''ecco, creiamo un progetto senza parole, sono foto'' e poi le persone chiedono di spiegare il dittico ''a parole'' vedi il progetto un po' fallito... o no?

    ognuno ha il suo linguaggio di immagini, ed è bello perchè è come se io parlassi cinese, uno italiano ed un altro francese e ci si capisse lo stesso.
    magari ognuno interpreta a suo modo... e ben venga questo!

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  35. non era assolutamente una cosa per me e solo per me, se l'avete capita così mi scuso, le foto solo per me le appendo appunto, come ha detto paolo, sul frigo :DD (più che sul frigo sul muro.)

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  36. quanto scrivete... : P

    ma forse forse... c'è un'anamnesi storico-sociologico-culturale da fare? a me vien da pensare a queste cose:

    -è complicato parlare di sesso senza finire nell'erotismo più bagnato. non è più il 1866 non c'è nessun courbet qui [almeno, non s'è ancora fatto vedere] e non c'è una "origine du monde" su cui rimanere di merda.
    -le caviglie di una donna fanno parte di quell'immaginario maschile riferito al corpo femminile, sdoganato solo di recente. scoprire le caviglie è sempre stato un gesto da "donna facile".
    -gli esperti amatori orientali [india&co] indicano nel mare, nella sua forza e nel suo ritmico frangersi sulla costa, un esempio da imitare per fare all'ammmore in maniera appagante e profonda...

    parlando di arte che non sia l'ars amatoria.. quello che pensiamo come "artista" è frutto di una serie di preconcetti deviati dagli ultimi circa 180-200 anni di storia.. maledetti i romantici e gli impressionisti bohémien! ma è solo nell'ultimo secolo [diciamo dalla primo dopoguerra in avanti?] che la produzione definita artistica si è poi totalmente sganciata dal mondo reale [complice anzi ARTEFICE L'INVENZIONE DELLA FOTOGRAFIA!!! che tra le altre cose ha liberato la pittura dal fardello del'essere per forza verosimile!!], per diventare sempre più autoreferenziale e destinata ad essere intesa e fruita appieno solo da una ristretta cerchia di persone dotate delle chiavi di lettura corrette per smontare e rimontare tutto quello che ha portato a fare esattamente quella cosa lì.
    vedi la "fontana" di duchamp e dici: mbéh!?
    vedi i palloncini sgonfi di manzoni e dici: e quindi!?
    vedi una tela di fontana col suo bello squarcio in mezzo e dici: ma questo lo sapevo fare anch'io.
    per comprendere la genialità del cesso da muro esposto come opera d'arte devi esserti sucato un po' di dadaismo e devi essere familiare con le istituzioni legate all'arte francese di quel periodo; per capire come mai quel tizio sta lì guardando la teca con sti palloncini sgonfi e perchè i suoi occhi brillano, devi aver seguito il percorso dell'artista che l'ha portato a firmare uova sode e modelle nude, per finire con la scatologia pura e semplice, e la merda d'artista e quant'altro; e per vedere oltre lo squarcio sulla tela rossa, devi aver sentito parlare dei concetti spaziali e devi necessariamente saper guardare un po' più in là della punta del tuo naso.
    è una fatica avere a che fare pienamente col mondo dell'arte... pertanto mi chiedo quanto sia poi necessario star qui a tirare in mezzo queste parole..

    il discorso di mr.Jac a proposito di emittente-messaggio-referente fila del tutto. il tranello credo stia lì, quando di fotografia si parla.. e difatti lo diceva bene il buon walter benjamin un secolo e mezzo fa, e gli faceva giusto eco moholy-nagy qualche tempo più tardi: l'analfabeta del futuro sarà chi non saprà adoperare la macchina fotografica bene come una penna.

    vuoi raccontare storie e vuoi farlo con due foto? un'impresa mica da ridere!!

    [continua]

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  37. [segue]


    finendo sul personale, a me francamente questo dittico [detesto sta parola] non racconta molto né del sesso né del rapporto tra due persone. forse più che fallire il progetto del raccontare con foto senza usare parole [e vorrei impugnare che la fotografia È un linguaggio, ed ha a suo modo parole e frasi], in questo caso fallisce la foto specifica se ha bisogno di una didascalia del genere per essere intesa. ed è poi il fallimento generale dell'arte contemporanea, che è sempre meno universale e sempre più legata a specifici ambienti e persone e linguaggi eccetera. ieri ti bastavano due occhi e due parole del prete a messa, per riuscire ad intendere l'affresco sul soffitto della chiesa. oggi ti servono due occhi due orecchie e due spanne di manuali di storia e filosofia e letteratura e magari anche tre riviste di settore, per leggere nella maniera corretta certe opere.

    e fallisce proprio perchè si infila in un filone che può passare per "artistico" ma che di fatto è semplicemente talmente slegata dalle consuetudini, dalla quotidianità, dal parlare e capirsi tra persone, che finisce per non farsi capire o per farsi leggere solo da un ristretto numero di persone. se hai l'occasione di guardare "take one and see mt. fujiyama" o "things are queer" di duane michals... cazzo... QUELLO è raccontare!! è ingenuo, è naif per molti versi perchè arriva letteralmente a decostruire il messaggio, a spezzarlo. ma riesce anche a rimontarlo e a renderlo ciclico e sta cosa ha un fascino singolare. ed è proprio la sua semplicità e schiettezza a renderlo intelligibile pressoché in toto a chiunque lo guardi. ovvio se appartieni ad una cultura che non ha sedie né letti né biancheria intima maschile, o specchi, libri eccetera, ti sarà complicato comprendere comunque.. ma per pressoché tutti gli appartenenti alla "nazione" di michals [si parlava di lingue straniere prima... diciamo "stessa cultura"] riusciranno a capire il senso e il gioco e la magia che sta in quei microracconti. ogni volta che mi capita di "leggerli" rimango a bocca aperta.
    è chiaro che prima di tutto si debba avere qualcosa da dire. è difficile darsi dei cantastorie se di storie non se n'è mai sentite raccontare. e non penso nemmeno sia un caso se tradizionalmente i cantastorie sono per lo più anziani saggi che girano da una parte all'altra del mondo e raccontano le storie di cui hanno fatto esperienza durante le proprie peregrinazioni. dico bene?

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  38. Adesso mi piacerebbe però che anche gli altri "giovinotti" e non solo... ivi presenti provassero a esercitare la loro creatività in un dittico riferito al sex.
    che ne dite?
    così oltre che parlare e disqusire possiamo "guardare e vedere".
    Che ne dite come sfida?
    ;O)

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  39. io sono delicata.
    non dirò mai le cose chiaramente perchè è una cosa che detesto XD

    se uno vuole capire capisce sennò no.
    ripeto, mi è spiaciuto scrivere una didascalia e nelle prossime non lo farò.
    e non perchè sono orso, ma perchè se mi voglio esprimere con una foto vorrei bastasse quella.

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  40. paolo accetto la sfida :P ho da un tot un progetto in tema sessualità/sensualità ma non sarà fattibile prima di metà agosto. e francamente dubito ne verrà fuori qualcosa di pubblicabile. mumble mumble.

    silvia [mi perdoni se non mi rivolgo a te col tuo pseudonimo? mi fa l'effetto delle unghie sulla lavagna] se nel tentativo di parlare con una foto poi c'è bisogno di due pagine di didascalia, c'è qualcosa che non quadra.
    è comunque molto corretto e tutt'altro che fuori luogo, se nel presentare un'immagine si introduca l'osservatore nello stato d'animo adeguato per fruirla appieno. devo dire che personalmente mi affascinano molto le storie che stanno dietro a determinate foto, alle volte anche più della foto stessa. perchè l'immagine è l'obiettivo, ma molto del suo sapore sta nel percorso fatto per arrivarvi. mi spiego? : )

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  41. già che tau fa l'effetto di unghie sulla lavagna...

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  42. mi chiamano così da quando ho 13 anni ed ero in irlanda, silvia penso mi chiami solo mia madre, manco mio padre, quindi gradirei rispetto.

    innanzitutto.

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  43. perdonami, taulapirate mi suona inusitatamente eccentrico, non pensavo fosse mancanza di rispetto riferirmi a te col tuo nome!

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  44. è ''tau''.
    non c'è niente di più semplice :))

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  45. anche se quando ti presenti e c'è rumore la routine è:
    ''piacere, tau.''
    ''ah, ciao''
    ''no è tau, è il nome''
    ''ah, ciao tao''
    ''tau''

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  46. eheh ecco perchè mi suona troppo stravagante. ; )

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  47. ciao tau e ciao stefano

    visto che a tanti arrivano le mail di avviso di nuovi post del blog....

    insomma...
    scambiatevi la vostra mail e proseguite in privato...

    grazie

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  48. chiedo scusa ma...
    ok siamo al parossismo.
    posso essere scortese?

    -scambiamoci le email, così ci teniamo in contatto!
    -facciamo una mailing list, visto che siamo in tanti, così possiamo comunicare tra tutti!
    -attenzione, usate la mailing list con prudenza, che la gente si irretisce a ricevere 3 mail in più al giorno!
    -basta, ci son troppe mail che girano!
    -facciamo un blog perchè ci scambiamo troppe mail che non interessano a tutti.
    -scambiatevi le mail e proseguite in privato perchè a troppa gente arrivano mail di avviso di nuovi post sul blog.

    :D

    non si può semplicemente far sì che si ricevano le notifiche via rss, o iscriversi solo alle cose che veramente interessano, e/o disiscriversi qualora il topic prenda una piega che non ci initeressa più?

    saluti! : )

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  49. stefano

    ma chissenefrega che arrivino duemila mail
    ma mi piacerebbe che parlassero di fotografia e non di soprannomi

    la vostra discussione mi sembrava avesse preso una strada un po' fine a se stessa e soprattutto che fossero un po' fatti vostri

    non avrei chiesto niente altrimenti

    talvolta vorrei essere più scortese...

    RispondiElimina
  50. uh ok, perchè suonava ciclico...
    ti autorizzo ad esser più scortese nei miei confronti, non mi offendo. ; )

    che non ci sia niente di divertente o peggio utile sul discutere i nomignoli della gente, siamo d'accordo. che si finisca a parlare di cose personali un po' meno, in fondo siamo partiti da una cosa personale di silviaooops, tau! ; )

    tra fotografi forse la cosa migliore da fare è parlare di fotografia il meno possibile. : )

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  51. "Se devo comunicare un messaggio a qualcuno non faccio un film gli mando un telegramma" - Alfred Hitchcock.


    my 2 cents :-)


    Non sgridatemi dai, è il mio primo post (non ho dato retta all'istinto) ed oggi è il mio compleanno, sono inattaccabile :-o

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  52. Purtroppo la comunicazione scritta è molto difficile... quel che sembra spesso non è quel che è a volte non passa e il nulla viene erroneamente interpretato. E' davvero un casino! Me ne accorgo da molti post che rispondono a cose non dette, o che difendono dove nessuno accusa.
    Il tono della voce è davvero importante, lo sguardo e le mani che gesticolano sono il guardrail delle parole... se manca si va fuori strada.
    La parola scritta pesa 200 volte di più di quella espressa a voce.
    Peccato. stava prendendo una buona piega.

    Cmq mi prendo la responsabilità delle parole di Jac e di Ste e di Sarah,...
    non è colpa loro, è che a lavorare con me ci si incasina il cervello, li costringo a dare un significato a cio' che fanno e gli spiego che quello che fanno non è mai fine a se stesso e che c'è sempre un committente, vuoi che sia un cliente o un art director, vuoi che sia un gallerista o un pubblico, quel che fai deve essere appropriato a "per chi lo fai", esprimi te stesso ma sempre tenendo una bussola in mano per capire dove sei e dove vai. anche quando faccio le letture di portfoli io non riesco a giudicare una foto e odio quando mi chiedono "ti piace?"
    ma che senso ha "ti piace?". Mica deve piacere a me!
    Semmai la domanda è: "è giusta per quello che volevi dire?" oppure "dimmi cosa volevi significare che ti dico se è giusta".
    Credo che sia finito il tempo della FOTO BELLA O BRUTTA, MI PIACE QUESTA FOTO NO NON MI PIACE.
    BASTA! Se si insegna questo si insegna il fallimento della fotografia, ...professionale ma anche amatoriale...
    Prima di poter fare immagini così ermetiche e così intrinseche e così silenziose e prima di poter dire "non devo spiegare niente ognuno interpreti quel che sente", credo che occorra imparare a comunicare, dopodiche ci si può anche omettere dalla comunicazione.
    Picasso prima di fare i disegni tipo "bambino alle elementari" ;O) dimostrò le sue grandi capacità artistiche,... Se fosse partito così a 20 anni l'avrebbero mandato a quel paese... e cmq uno che crea GUERNICA può anche non dire nulla che tanto è tutto disegnato li sopra... ma cazzo stai guardando GUERNICA!!!
    Anche Hitchock può permettersi di dire queste frasi ad effetto.. ma cazzo è Hitchock!!!

    Ad ogni modo sarebbe bastato vedere il dittico di tau e dopo che jac gli ha chiesto due cose in più per comprendere meglio, lei avesse scritto: "acqua che vieni acqua che vai". STOP, fantastico! finiva tutto lì.
    Magia rispettata, emozione raccolta, curiosità soddisfatta e molti applausi a Tau perchè con quella semplicità ti è entrata dentro.
    Ma senza quelle due parole non c'era ne magia ne emozione, sembrava una provocazione, oppure "ma ciò due foto che mi avanzano aspetta che le posto". non essendo Silvia una artista riconosciuta non possiamo entrare nel suo immaginario concettuale e comprendere il suo silenzio.
    Solo dicendo due parole ha dato un senso a tutto e da soli NO, MI SPIACE, MA NON CI SI POTEVA ARRIVARE!
    Chiedere è sempre una forma di rispetto, rispondere è una cortesia. tutto qui.

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  53. Guerma ;O)))) !!! Ha ragione il ragazzaccio.... eddai... basta con sa cosa delle troppe mail... è un blog e sul blog si può scrivere cose serie e pensate ma anche cazzeggiare!!!!
    Eddai... ;O))))
    Io ho dato una mail che non uso così non mi arrivano le risposta .... cmq si può anche escludere il meccanismo. ;O)

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  54. TAU ... tra tante parole forse non è passato il fatto che dopo la tua piccola spiegazione io ho trovato stupende, sorprendenti e davvero raffinate le tue immagini. Prima erano due scatti messi li per caso e non mi dicevano nulla ma proprio nulla.
    Dare valore alle cose è importante e permettendo una giusta lettura innalzi il tuo di valore e se vuoi percorrere la strada artistica devi impararlo per bene questo concetto. Un gallerista per vendere le foto di un suo artista fa un comunicato stampa per raccontare il percorso e le opere ...e prima di una mostra c'è sempre appesa la biografia e l'introduzione alla mostra... e non è un caso.
    Anche vedere un'opera famosa... come ad esempio il Cenacolo Vinciano, che già di per se ti lascia senza fiato, se la ammiri con uno che ti spiega tutte le raffinatezze criptate e i messaggi subliminali nascosti nei gesti e negli sguardi tutto diventa 100 volte più sconvolgente e tornando a casa ti porti dietro tutto il racconto e la storia,...e vuoi tornare a vederlo!!! Quindi...perchè privare il pubblico (che poi è quello che ti darà da mangiare) del valore aggiunto del tuo "essere" ? ;O)

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  55. Permettimi di dissentire (oggi posso farlo :-),
    Picasso non ha fatto i compiti per 20 anni per dimostrare che era bravo e che poteva in seguito fare altro. Un artista è ciò che è, che vive, che fa, che mangia, insomma tutto. Picasso era Picasso anche prima di Guernica altrimenti non lo avrebbe concepito e realizzato.
    Se avesse vissuto come gli altri volevano, se avesse seguito le strade tracciate da altri non sarebbe mai diventato il Picasso di cui parli.
    I maestri mostrano nuove strade, poi si è liberi di seguirle o meno. Il mondo esisteva anche prima di loro. Solo che era diverso.

    La mia era un'evidente provocazione, un conto è il mestiere e non si discute, ma la fotografia vive di vita propria, anche al di fuori del mestiere, con logiche diverse.

    Vorrei citare un post di Fulvio:
    http://borful.blogspot.com/2010/06/io-sono-colui-che-e.html


    P.S. Personalmente trovo l'ermeticità una cosa bella. La trovo però più adatta alla poesia che alla prosa.

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  56. Il solito problema dello "scriversi" ... vabbhè.. dissenti pure ma io non ho detto quel che tu pensi io abbia detto... mi spiace... devo imparare ad articolare meglio le mie frasi per farmi comprendere meglio...
    ;O)

    Però su Picasso, che adoro, sono ben informato e ti riporto uno stralcio preso da WIKI....:
    "Fu il padre ad impartire a Picasso le basi formali dell'arte figurativa, quali il disegno e la pittura a olio. il fatto che il padre di Picasso fosse professore di disegno alla Scuola di belle arti ebbe un influsso decisivo sulla formazione culturale dell'artista. Picasso già nella sua infanzia aveva gia nozioni tecniche di un adulto, imparate si dal padre ma dovute anche all'innato dono prodigioso che egli fu ben presto in grado di sviluppare.
    ...
    Picasso, avendo raggiunto il massimo grado di perfezione nella tecnica appresa da suo padre, acquisto una grande fiducia in se stesso, al punto tale, di realizzare una mostra dei suoi lavori a la Coruna. Picasso arrivò a Barcellona con una solida formazione accademica, acquisita soprattutto durante il periodo di vicinanza al padre.
    Ma il contatto con gli artisti barcellonesi lo portò a riflettere sulle possibilità che la libertà creatrice, allora fermamente proclamata, poteva offrirgli. Era più che naturale che Picasso, tenuto conto delle realizzazioni dei suoi nuovi amici e delle opere che richiamavano all'impressionismo e al postimpressionismo, cominciasse a liberarsi dalla rigidità accademica per lanciarsi in creazioni di ben più ampio respiro e di maggior forza espressiva."
    Picasso quindi, come la maggior parte degli artisti, arriva a sublimare la sua arte partendo dalle nozioni tecniche base del disegno.

    Perciò io affermo che prima di rivoluzionare il linguaggio sarebbe necessario conoscerlo profondamente.
    Persino il futurista Marinetti prima di destrutturare il linguaggio si è laureato in lettere e ha pubblicato un libro in versi.
    Solo conoscendo appieno un linguaggio e solo dimostrando che lo sai gestire puoi distruggerlo e cambiarlo.

    Poi possiamo trovare frasi meravigliose e romantiche sulla fotografia, ..
    "...la fotografia vive di vita propria", ..

    "La fotografia non ha bisogno di testa, bastano un dito, un occhio e due gambe"
    "Fotografare è trattenere il respiro per captare la realtà che fugge: una gioia fisica e intellettuale"

    "Fotografare è porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. E' un modo di vivere"

    "La fotografia è una mannaia che coglie nell'eternità l'istante che l'ha abbagliata"

    però cartier bresson è cartier bresson ed ha vissuto nel secolo scorso..
    io ai miei studenti / assistenti vorrei prima insegnargli come guadagnarsi il pane e comprarsi le sigarette... poi se sono "artisti dentro" troveranno il modo di innalzare il cuore la mente e gli occhi.

    Sono troppo pragmatico e poco romantico? Si, può essere, ma sono figlio di questo mondo e non voglio creare poeti illusi e morti di fame... se lo diventeranno io non voglio responsabilità e se diventeranno grandi artisti della fotografia e mi odieranno per avergli tarpato le ali sarò lo stesso contento perchè in cuor loro sapranno che se non ci fossero riusciti io un mestiere per pagare l'affitto ho provato ad insegnarglielo.

    ;O)

    Ahhaa l'Italia.. paese di poeti, santi, navigatori,... ;O) tanto c'è papà che da la paghetta ;O)

    ps.
    BUON COMPLEANNO SANDRO! ;O)

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  57. Il mio compleanno è passato, la carrozza è diventata una zucca e non ho più bonus adesso. Ricomincerò ad ascoltare l'istinto, cosa che di solito mi ha sempre aiutato, e rispetterò il silenzio radio :-)
    Sarà forse, come dici tu, il solito problema dello "scriversi" o forse sono io che non so spiegarmi con le parole, infatti non faccio lo scrittore.
    Quello che hai scritto tu è molto interessante ma non vedo il nesso con quello che ho scritto io.
    Non lo vedo, ma può darsi che mi sbagli.
    Ho parlato riferendomi alle foto pubblicate e alla non necessità, secondo me, di dover sempre e comunque mettere una didascalia o, peggio, un titolo. Punto. La foto può vivere di vita propria senza dover comunicare o dimostrare. Solo mostrare. Il resto erano commenti legati a ciò che ho letto. Le metafore amo usarle come mezzo e non come fine di una discussione. Le "frasi ad effetto" hanno lo stesso intento.
    Io non ho parlato di rompere regole che prima vanno apprese, quello lo impara qualsiasi assistente dopo il primo incontro. E' un'affermazione al limite dell'offesa, ma con gli auguri che hai fatto in coda ti sei salvato :-)

    Saluti.
    S.



    P.S. Su Picasso qualche libro l'ho letto anche io in 41 anni di vita, a volte erano in prestito perchè la paghetta, mio padre, fin tanto che è stato in vita, non me l'ha mai potuta passare.

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  58. Hum...comunque io vorrei distogliervi un secondo da tutte le discussioni su arte, nickname, mailing list e piero della francesca per riportarvi alla mente quello che a me interessava che poi si è perso nel corso del dibattito

    tau posta una foto che non capisco -> io le chiedo spiegazioni

    e basta...poi lei mi ha replicato che poteva permettersi di non spiegare e io le ho ri-replicato che sì, ci mancherebbe, ovviamente poteva non spiegarmi niente (come qualcuno sopra ha scritto chiedere è lecito e rispondere è cortesia - non è obbligatorio), ma che secondo me era necessario che una foto avesse un motivo e della storia dietro per essere solida e pregna di significato.

    Poi è tutto degenerato su arte, reificazione, uso del blog, eccetera, ma davvero la mia era solo una richiesta di spiegazioni :D

    beh, chiudo qua il mini disclaimer perchè mi pare si sia perso un po' il senso del discorso :D

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  59. uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh.
    il poscosa ho vinto?? :DDt con più commenti,

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  60. io credo che il discorso è come una valanga disordinata e da valanga si comporta... non è un problema anzi è il suo valore. E' importante ricordare da dove sia partito ma è importante anche dove sia arrivato.
    Ci ha dato l'occasione di capirci, di metterci allo scoperto e di dire le nostre differenze ideologiche, tutto questo servirà nel momento in cui si deciderà di fare un manifesto del "gruppo"... servirà a dire io ci sto io non ci sto.
    In fin dei conti siamo degli sconosciuti, ci siamo sentiti nominare tra le vie e le agenzie di questa città ma con contatti quasi nulli. Con alcuni sono nate affinità e con altri sostanziali differenze e questo impreziosisce il sapere di ognuno di noi.
    Quindi per come la vedo io... va bene così.

    @pisani : non comprendo dove era l'offesa? =0/
    Sono perentorio fastidioso punzecchiante gastrico noioso pedante strafottente sinuoso polemico ... ma non cavalco l'offesa come arma... se c'è stato anche solo il dubbio me ne scuso... ma rileggendo non colgo l'impasse. Io ho letto che di picasso dicevi che era già picasso prima di diventarlo, cioè era già un artista prima di essere consacrato .. io invece sostengo che è stato uno studente di disegno classico con tutte le regole accademiche del caso e poi si è liberato dalle catene e ha creato il suo mondo. Tutto qui. Ed è vero che non sei tu ad aver parlato di rompere le regole che prima vanno apprese... sono io che l'ho fatto. Non tutti gli assistenti invece imparano questo meccanismo, quelli che si fermano qui da me seguono questa via, altri arrivano, non si trovano d'accordo sulla mia razionalità e proseguono il cammino da un'altra parte.. e questo è successo a Tau. Nessun problema,... è giusto così, siamo entità diverse e finchè ci è possibile dimostrarlo siamo liberi. ;O)
    Buon non compleanno! ;O)

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  61. Mi è venuto un dubbio... Siccome non capivo bene perché tu mi accennassi a tuo papa' .... I miei due neuroni sciolti da caldo hanno fatto contatto e forse ho compreso dove ci può essere stato il quiproquo offensivo. Quindi: Anche se sto rispondendo a un tuo post non è che ogni cosa che scrivo deve essere poi rapportata al tuo privato, sopratutto se
    parlando della troppa facilita con cui i ragazzi di oggi si professano "artisti" , io faccio una critica alla società italiana e ironizzo su un modo di dire che ci appartiene..... Tutti bravi a vivere con i soldi di papa'! Ti pare che io possa dire una cosa così diretta a te che manco ti conosco e non so quanti anni hai? Ronco un Po lo sono ma stupido ancora no! Mi spiace ti possa averlo pensato e mi spiace se non mi sono fatto capire. Ohyeaah! Ps.tanto per restituirti il racconto intimo, cmq, anche io sono orfano di padra dall'età di due anni e non ho mai visto paghette perché la pensione di una vedova di un bigliettaio del tram è ridicola, così i primi soldi li ho visti a 18 anni lavorando al mercato ;) Ciao!

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  62. Scusa gli errori ma dall'estero con l'iPhone questo blog é semi bloccato e prende una lettera ogni 10 secondi e se ripasso a correggere divento matto.

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  63. @Jacopo
    "tau posta una foto che non capisco -> io le chiedo spiegazioni e basta...poi lei mi ha replicato che poteva permettersi di non spiegare e io le ho ri-replicato che"

    Allora Jacopo, solo per capirci.
    A chiedere non si fa mai peccato e rispondere è cortesia, però a ri-replicare con un "mega pippozzo", come lo chiami tu, tirando in ballo i tuoi studi di Lingue, per poi voler concludere il thread sostenendo che tutto è degenerato in arte e reificazioni varie, mi pare non proprio il massimo della coerenza logica. A meno che tu non sia nativo di San Damiano d'Asti perché è notorio che "cui ed San Damian, tiru la pera e scundu la man" ;-D

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  64. Era anche un modo per sdrammatizzare la tragica piega che stava prendendo la discussione su padri figli e paghette ;) però forse non è stato colto vedo...

    Comunque, ritornando all'inizio della faccenda, tirare in ballo il linguaggio mi serviva per spiegarmi meglio, per far capire meglio ciò che intendevo: non comprendevo se ci fosse un messaggio e se questo messaggio fosse stato pensato. Per evitare di farmi rispondere "io faccio le cose per me" o similari, ho tirato in ballo la faccenda del referente, eccetera.

    Insomma io di coerenza logica ce ne vedo; poi il discorso è un po' andato su altri binari perchè si è iniziato a parlare di arte, e volevo solo ricordare che in realta la domanda era un'altra, cioè che cosa vogliamo veramente dire quando scattiamo, quanto pensiamo al nostro destinatario, quanto privilegiamo la chiarezza al posto della creatività o dell'astrazione, quanto pensiamo al nostro destinatario (lo so, l'ho già detto).

    Detto questo, ovviamente non c'è nulla di male a partire da una cosa e finire su un'altra, ma ci tenevo solo a ricordare come il mio intervento iniziale fosse solo una richiesta di spiegazioni.

    Ora vi saluto, ho visto che nel frutteto qua a fianco c'è un interessante albero di pere... :D

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  65. @ JAC: "cui ed San Damian, tiru la pera e scundu la man" vuol dire "quelli di san damiano (d'asti - ndr)
    tirano la PIETRA e nascondono la mano"... ah ah...le pere lasciale sull'albero!

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  66. Caspita, che svarione!

    Allora andrò alla cava di pietre :D

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